viaggio ideale in un città reale
Velletri il 22 febbraio 1787.
“Velletri sorge sopra una collina volcanica piacevolmente amena, la quale verso tramontana soltanto trovasi unita alla catena di cui fa parte; dagli altri tre lati, ha libera la vista sulla pianura. Visitammo colà il gabinetto del cavaliere Borgia, il quale, per la sua parentela con il cardinale, per le sue relazioni colla propaganda, ha avuto mezzo, di radunare antichità stupende, ed altre cose rare (..)
Non si sa spiegare per dir vero come non siano più conosciuti, e maggiormente visitati oggetti cotanto preziosi, i quali si trovano in tanta vicinanza di Roma. Forse ne sono cause il disagio della gita, ed il fascino che trattiene a Roma, chi vi ha posto una volta il piede. Mentre ce ne tornavamo alla locanda, talune donne, le quali stavano sedute sulla porta delle loro case, ci domandarono se non avessimo per caso desiderio di fare acquisto di oggetti antichi, ed avendo noi risposto loro che volontieri ce li saressimo procacciati, trassero fuori pentole vecchie, mollette da fuoco, ed altre masserizie di casa di nessun valore, ridendo sgangheratamente alle nostre spalle, per averci burlati.
Per dir vero, stavamo sul punto di dimostrarci offesi, quando la nostra guida ci tranquillò, assicurandoci essere quello, scherzo il quale si praticava con tutti i forastieri, nessuno dei quali si poteva sottrarre a quel tributo. Scrivo queste cose in una pessima locanda, dove mi difettano la forza, ed il comodo di proseguire. Pertanto e senza più, felicissima notte!”
Un viaggio nel passato e nel presente di una città sospesa a caccia di identità perduta, tra Colli Albani e Agro Pontino, vigna e centro storico, che profuma di vino e birra, produce olio e miele, è regina dei carciofi alla matticella e della zuppa di cavoletti (e baccalà)!