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Un Cuoco Prestato al Cinema

La Casa Museo Ugo Tognazzi

a cura di Simona OTTAVIANI
“Un cuoco prestato al cinema”, così amava descriversi Ugo Tognazzi, indimenticabile interprete di numerosi film che hanno fatto la storia della cinematografia italiana.

Quando nei primi anni ’60 Ugo Tognazzi acquista la tenuta di Colle Ottone a Velletri, da lui chiamata “La Tognazza”, è verosimile che egli abbia già in mente di dare il via a qualcosa di molto simile ad un’azienda agricola, ed infatti la realizzazione di un orto e di un pollaio sono tra le primissime cose fatte qui, seguite dallo scavo di un pozzo artesiano per l’irrigazione sia dell’orto che della vigna che circonda la casa.

Ugo diventa così un precursore del km 0, dando vita alla sua filosofia “dall’orto alla tavola, dall’acino alla bottiglia”, e le cene organizzate nella casa di Velletri passano alla storia come “le cene dei dodici apostoli”. In più Ugo scrive anche molto di cucina: numerosi libri (dall’Abbuffone al Rigettario, passando per La mia Cucina ed Afrodite in Cucina) oltre a dirigere per più di dieci anni “La nuova Cucina”, rivista patinata degli anni ’70-’80 che, tra le altre cose, per prima inizia a parlare di impiattamento e presentazione delle pietanze.

Oggi la tenuta Tognazzi è più viva che mai, e comprende la Casa Museo Ugo Tognazzi, inserita tra le Case della Memoria d’Italia, la vecchia vigna di Ugo, la nuova vigna di GianMarco (Tognazzi, il terzo dei suoi quattro figli), oltre agli uffici dell’azienda vinicola La Tognazza, ed è luogo per eventi culturali, conviviali ed enogastronomici.

All’arrivo nella tenuta Tognazzi, proprio all’inizio del viale d’ingresso, c’è una piccola porzione di terreno incolto: lì, su indicazione di un rabdomante, Ugo fa scavare un pozzo, necessario all’irrigazione del podere. Si fiancheggia poi il vecchio orto ed il pollaio, e proprio sotto la serra inizia la vigna che Tognazzi piantò alla fine degli anni ’60, da cui egli ricavava i vini (un bianco ed un rosso) che accompagnavano le sue creazioni gastronomiche. Dopo aver ammirato la vigna, la visita prosegue con la visita guidata della Casa Museo accompagnata da ricordi inerenti la vita privata e professionale dell’artista. Iniziando dal salone, originariamente niente più che un piccolo tinello, si visiteranno le diverse stanze, dalla camera da letto alla sala da pranzo (detta “dei dodici apostoli”), per finire con “il suo regno indiscusso”, l’amata cucina, suo rifugio e palcoscenico casalingo.

L’itinerario termina attraversando la nuova vigna, da poco impiantata da GianMarco, che segna il continuum, non solo ideale, tra l’opera di suo padre e quella che egli porta oggi avanti in prima persona con la sua azienda vinicola, “La Tognazza” appunto.